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È possibile migliorare il tasso di impianto embrionale?

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L’impianto, o nidazione, è l’ultimo passo che un embrione deve compiere per “attaccarsi” all’utero materno ed evolversi in feto. È un momento in cui entrano in gioco molti fattori, sia interni che esterni, che possono essere responsabili del normale sviluppo dell’embrione.

Grazie alle tecniche e agli studi nel mondo della riproduzione assistita, è possibile migliorare il tasso di impianto. Per esempio, è possibile programmare il momento dell’impianto analizzando la preparazione dell’endometrio e la maturazione della blastocisti. L’impianto dell’embrione dura circa 4-5 giorni, una volta avvenuto il transfer. Alcuni dei sintomi più comuni sono; perdite vaginali marroncine o rosse nei giorni in cui l’embrione si impianta, gonfiore del torace, vertigini, angoscia, bisogno di urinare. Circa dieci giorni dopo il trasferimento dell’embrione, viene eseguito il test della Beta HCG+ per confermare se la gravidanza è iniziata.

Cosa succede se il test è negativo e si vivono casi ricorrenti di mancato impianto?

Per essere fecondato, l’ovulo deve presentare delle caratteristiche specifiche in un preciso momento. Può succedere che l’endometrio non si incontri nelle condizioni migliori per realizzare il trasferimento. La stessa cosa riguarda l’endometrio: la differenza sta nel fatto che l’ovulo possa essere studiato al microscopio, mentre per l’endometrio servono altri tipi di dispositivi. Usiamo metodi indiretti – progesterone e imaging endometriale – per scoprire se è ricettivo, per trasferire l’embrione quando le migliori condizioni lo consentono. Può succedere di non individuare il momento perfetto per l’endometrio. In questo caso, l’ideale è crioconservare gli embrioni fino al momento adatto per trasferirli. Dovremo quindi preparare l’endometrio e, individuate le condizioni ideali, trasferire l’embrione criopreservato che abbiamo a disposizione. In questo caso parliamo di un “trasferimento differito”.

TEST ENDOMETRIALE PER OTTENERE UN MIGLIOR RISULTATO

Un’interessante alternativa è quella di preparare l’endometrio come se dovessimo programmare un  criotransfer e, una volta giunto il momento adeguato, eseguire il cosiddetto test dell’endomeTRIO (ERA Test, EMMA Test, Alice Test) e non trasferire subito l’embrione.

Si tratta un’analisi completa sulla salute dell’endometrio: vengono analizzati la ricettività endometriale, il suo microbioma o eventuali batteri che stiano causando un’infiammazione delle pareti uterine e, di conseguenza, i mancati impianti.

Questo processo ci porterà, una volta ottenuti i risultati,  a ripetere un ciclo di preparazione endometriale per trasferire finalmente l’embrione È una procedura che implica un aumento di tempi e costi, ma allo stesso tempo ci dà la certezza di sapere che stiamo trasferendo il nostro prezioso embrione in un endometrio sano e nel suo momento perfetto, per raggiungere così la gravidanza desiderata.

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