La schiusa assistita, nota come assisted hatching in inglese, è una tecnica complementare che viene eseguita nel laboratorio di fecondazione in vitro.
Questa tecnica consiste nel realizzare una perforazione nella zona pellucida dell’embrione con lo scopo di aiutare la blastocisti (embrione di 5 giorni) a fuoriuscire, aiutando le cellule del trofectoderma, cellule direttamente coinvolte nell’impianto, a rimanere esposte all’ambiente uterino in un modo che facilita la comunicazione molecolare tra i due. La zona pellucida è uno strato che circonda l’ovulo e che si mantiene durante tutto lo sviluppo embrionale finché l’embrione non è in grado di liberarsene da solo, cosa che avviene naturalmente, prima dell’impianto dell’embrione nell’endometrio.
Questa procedura non è invasiva e non danneggia l’embrione ed è possibile dunque realizzarla su tutti gli embrioni che non si sono schiusi.
Poiché si tratta di un tipo di tecnica che genera alcuni dubbi nei pazienti, l’embriologa e direttrice dei Laboratori Ovoclinic, Cristina González, ci ha invitato ad entrare nel laboratorio per rispondere alle domande più frequenti:
LA TECNICA HATCHING ASSISTITO FAVORISCE L’IMPIANTO DEGLI EMBRIONI?
Uno dei vantaggi di questa tecnica è quello di favorire l’impianto nei casi in cui l’embrione non può schiudersi naturalmente. Come abbiamo precedentemente commentato, il processo di schiusa si riferisce al momento in cui la blastocisti riesce ad assottigliare la zona pellucida attraverso processi di espansione e contrazione fino a che questa si rompe e la blastocisti può uscire alla ricerca dell’endometrio per impiantarsi. Presso Ovoclinic, se osserviamo che l’embrione non si è schiuso naturalmente, lo facciamo in vitro nei nostri laboratori utilizzando un laser, in modo rapido e facile.
QUANDO SI REALIZZA LA TECNICA HATCHING?
La schiusa assistita può essere eseguita in diversi giorni di sviluppo embrionale, a seconda dei protocolli dei vari laboratori. Presso Ovoclinic, realizzamo questa tecnica il quinto giorno (G+5) perché è il giorno in cui preleviamo gli embrioni dall’incubatrice per valorarne la qualità e decidere quale trasferire.
L’idea è quella di “disturbare” il meno possibile gli embrioni e questo è possibile rimuovendoli dall’incubatrice solamente quando è necessario. Lasciamo sempre gli embrioni in coltura fino allo stato di blastcocisti per i vantaggi che questo offre e per il significativo aumento delle percentuali di gravidanza quindi è in quel momento, il quinto giorno, in cui realizzamo la tecnica hatching.
Uno dei vantaggi della schiusa assistita è favorire l’impianto nei casi in cui l’embrione non può realizzare naturalmente questa schiusa.

QUANTO TEMPO CI VUOLE PER FARLO? FUNZIONA PER TUTTI GLI EMBRIONI?
È una procedura molto veloce. La schiusa assistita avviene in pochi secondi quindi non è necessario tenere gli embrioni fuori dall’incubatrice per troppo tempo e funziona su tutti gli embrioni evolutivi, poiché favorisce l’uscita dell’embrione senza sforzo e di conseguenza il possibile impianto nell’endometrio.
Inoltre questa tecnica è indicata per quegli embrioni con difficoltà a schiudersi, embrioni scongelati che presentano una zona pellucida più dura o per pazienti che hanno alle spalle ricorrenti fallimenti di impianto.
PUÒ ESSERE ESEGUITO SU EMBRIONI PER TRASFERIMENTO A FRESCO E SU EMBRIONI VITRIFICATI?
Si può fare in entrambi i casi, la preferenza dipenderà da ogni laboratorio. Realizziamo la schiusa su tutti gli embrioni vitali ed evolutivi in quinta giornata, quindi su tutte le blastocisti appena trasferite cosí come quelle trasferite dopo essere state criopreservate abbiamo realizzato la tecnica assisted hatching.