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Intervista a marina cebollero, coach di maternità e fertilità

marina cebollero coach en fertilidad

Marina Cebollero (Granada) coach di maternità e fertilità e mamma di Marco a 44 anni. La sua mission è aiutare altre donne durante la ricerca della gravidanza  e lo fa attraverso la sua esperienza in prima persona come paziente di riproduzione assistita e il suo metodo MTB. Scopri più informazioni leggendo la sua intervista:

  • Qual è stato il motivo che ti ha spinto a convertirti in un’ esperta/coach e a voler aiutare altre donne?

La mia sofferenza, sentirmi imprigionata in tanto dolore mi ha fatto intraprendere questa strada di autoconoscenza che mi ha poi portato alla certificazione di coach.

Essere passata per un processo di riproduzione assistita e, nonostante le difficoltà, averlo superato, mi spinge a voler aiutare altre donne affinchè possano riuscirci anche loro.  Credo che sia qualcosa di molto speciale, il poter aiutare altre ragazze a realizzare il loro sogno di avere un bimbo. Fino a pochi anni fa questo era il mio desiderio e mi sento felice e grata di poter aiutare queste donne che non riescono a raggiungerlo.

  • La riproduzione assistita, come ben sai, è un processo lungo e fatto di tanti step prima di arrivare alle tanto attese beta positive. Quale parte del processo per te è stata la più difficile?

Anche se può sembrare un luogo comune, la beta-attesa per me è stata straziante.  Anche perchè, oltre ad aspettare i giorni necessari, ho avuto delle perdite e non sapevo se fossero d’impianto o mestruazioni e ciò ha reso l’attesa ancora più angosciante, i giorni sembravano eterni… La cosa peggiore di quei giorni credo sia il momento finale in cui affronti un risultato negativo che manda all’aria tutto il duro processo fatto.

  • Che consiglio daresti ad una paziente che deve ripetere il trattamento?

Comprendo la sensazione di vuoto, solitudine, dolore… ma bisogna continuare a provarci. C’è una parte razionale in tutte noi che ci spinge a continuare a lottare. Il mio consiglio è quello di non arrendersi, di essere resilienti e provare tutte le strade, perché la ricompensa di tanto sforzo è immensa.

  • Qual è la chiave del tuo metodo MTB “Mum to Be”?

Dopo la mia esperienza e formazione ho deciso di mettere in moto questo progetto per poter accompagnare le future mamme da un livello più personale e cognitivo. La chiave del mio metodo è realizzare un lavoro emozionale . Normalmente, abbiamo blocchi non razionali che ci impediscono di raggiungere la gravidanza, per questo aiuto le donne a prendere coscienza dei loro pensieri, emozioni fino ad arrivare ad analizzare le abitudini alimentari e il nostro corpo. Sono molteplici i fattori che possono influenzare ma una mente e un corpo sano avranno sempre più possibilità di raggiungere la gravidanza.

Nei corsi, facciamo esercizi di lavoro emozionale basati in tecniche di coaching come, per esempio: meditazioni guidate per lavorare con la “bambina interiore”, realizziamo il nostro proprio iceberg neurologico affinchè ogni persona possa identificare quale pensiero la sta limitando tanto nella vita come nella maternità e, inoltre, impariamo a collegarci al  nostro corpo attraverso la respirazione e portando energia al nostro utero.

Dopo questo esercizio, la donna si sente più forte, è come se lasciasse andare uno zaino con tanto peso che stava portando da diversi anni, il suo corpo, la sua mente.

  • Dipende dalla paziente e dal numero di tentativi, affrontare un trattamento dopo l’altro è una montagna russa di emozioni e sentimenti. Che consiglio daresti alle tue followers per riuscire a stabilizzare le loro emozioni?

Che investano tutto ciò che serve nel loro corpo e nella loro mente, che diano priorità a se stesse e che si vogliano bene.

Le incoraggio a che facciano un lavoro di autoconoscenza e che si facciano aiutare da un coach o un esperto del modo emozionale affinchè possano vedere quei blocchi e cambiare prospettiva per poter affrontare con tranquillità il concepimento. E, soprattutto, che non lo affrontino da sole e che condividano il percorso con altre donne e si uniscano ad una comunità, che parlino dei lori dubbi con i loro medici…  Che cerchino l’aiuto di un professionista e che pensino a se stesse.

  • Ad Ovoclinic, riteniamo fondamentale accompagnare i pazienti dal primo momento in cui si mettono in contatto con noi fino alla fine del trattamento, offrendo tutti i canali di comunicazione possibili visto che riteniamo sia molto importante poter risolvere tutti i dubbi che le pazienti possono avere prima, durante e dopo il trattamento. In quanto ex paziente, ritieni che sia l’attenzione e l’appoggio emotivo al paziente che faccia la differenza in questo tipo di percorso?

Assolutamente. Sono tata in tre cliniche di riproduzione assistita diverse e proprio in quella dove ho ricevuto appoggio emotivo e attenzione  è quella in cui sono riuscita a rimanere incinta. In questi processi, l’emozione e la sensibilità sono alte ed è necesario sentirsi accolte e di non essere un cliente in più.  Dopo tutto, ogni caso e ogni donna è speciale e unica.

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