Lo scorso 4 giugno si è celebrata la Giornata Mondiale della Fertilità, data in cui ogni anno si dà visibilità ai problemi legati alla fertilità; tale patologia è legata alla difficoltà di portare avanti una gestazione. Gli aborti ricorrenti sono il fattore determinante in molti casi di infertilità, poiché provocano l’interruzione spontanea della gravidanza, che rappresenta un rischio se si verifica in più di un’occasione. Inoltre, queste ripetute interruzioni di gravidanza, oltre ad aumentare le probabilità che si possa ripetere in futuro, è una chiara dimostrazione che esiste un problema da analizzare, che può dipendere sia da un fattore maschile che femminile.
PERCHÉ SI VERIFICANO GLI ABORTI RICORRENTI?
L’aborto ricorrente secondo la SEF (Società Spagnola di Fertilità) è definito come la perdita di due o più gestazioni consecutive prima della 20ª settimana di gestazione, quando il peso del feto è ≤ 500 g.
Con il passare del tempo la quantità e la qualità ovarica della donna iniziano a diminuire progressivamente, aumentando così il rischio di anomalie genetiche a partire dai 35 anni. Nel caso dell’uomo dopo i 45 o 50 anni, anche la qualità del liquido seminale diminuisce infatti spesso avviene la frammentazione del DNA degli spermatozoi, tale anomalia può causare aborti ricorrenti.
Per individuare problemi cromosomici del partner o di entrambi, si esegue l’analisi del cariotipo prima di iniziare il trattamento. Questo test studia la dimensione, la forma e il numero dei cromosomi e determina il tipo di alterazione genetica.
Oltre all’età, alcune patologie come l’ipertensione arteriosa, il diabete, la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), l’obesità ecc. sono fattori di rischio che possono provocare gli aborti spontanei. Inoltre, sono sempre più numerosi i pazienti con problemi immunologici che inducono l’organismo a rifiutare l’embrione al momento dell’impianto. Anche i fattori endocrini sono sempre più frequenti, in questo caso le pazienti presentano livelli alterati di ormoni tiroidei o di glucosio.
Durante una gravidanza le trombofilie possono provocare una trombosi placentare, che influisce direttamente sulla quantità di sangue che riceve l’embrione. All’interno del gruppo delle trombofilie, troviamo la sindrome antifosfolipidica che è una delle principali cause degli aborti ricorrenti e di ritardo nella crescita intrauterina.
GESTIONE DELLE EMOZIONI NELLA RIPRODUZIONE ASSISTITA
Oltre a tutte queste cause, la gestione emotiva (stress, frustrazione, tristezza…) dei pazienti è un fattore rilevante per ottenere una gravidanza sana ed evolutiva. Ad Ovoclinic, studiamo ogni caso in modo personalizzato, mettendo a disposizione dei pazienti un team specializzato di professionisti che analizzano in profondità ogni caso e forniscono una diagnosi adeguata.
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